Ecco i servizi che man mano sono stati attivati e che si chiamano "Una proposta di amore":
Oggi l'albero dell'accoglienza e del dono solidale ha radici molto profonde e rami più fitti e robusti, ma flessibili: infatti, alcuni servizi sono stati lasciati ad altre strutture sia pubbliche che private sorte dopo, mentre si sono aggiunti servizi creati ex novo.
Si è cominciato, come risulta dall'elenco, affrontando l'emergenza anziani e dei portatori di handicap, in quel periodo totalmente a carico delle famiglie. Ed è stato proprio per dare qualche ora di tempo libero a quelle famiglie -anche in risposta a una richiesta esplicita, citata nel capitolo precedente (le origini)- che è stato attivato il Servizio Arcobaleno. Ai ragazzi è stata offerta l'opportunità di uscire e di incontrare altre persone, iniziando attraverso il gioco e l'attività manuale una socializzazione guidata dai nostri volontari che a loro si dedicano tutt'ora con inalterato amore organizzando per loro uscite con il pulmino della B.T.L.. Alle famiglie, si offriva e si offre una pausa nel duro impegno che un figlio handicappato comporta.
Sempre nel 1982, il servizio agli anziani è nato con il nome di "Gruppo della terza età". La B.T.L. offriva loro occasioni ricreative, culturali, di catechesi, ritiri spirituali, gite, soggiorni per piccoli gruppi in località di montagna. Il primo soggiorno di questo tipo è stato a Roana, sull'Altopiano di Asiago, nella casa messa a disposizione dalla signora Annalisa Francesconi, che faceva parte del Gruppo: qui le animatrici preparavano i pasti, animavano le giornate, accompagnavano gli ospiti in passeggiata. Uguale esperienza a Domegge, con un gruppo più numeroso.
All'inizio, il gruppo Terza età era formato da una trentina di persone che è raddoppiato nel giro di pochi mesi e al quale, in seguito, si è unito il gruppo già esistente a San Girolamo: per tutti loro, le animatrici inventavano occasioni per interessarli con informazioni di tipo culturale, sanitario ecc, grazie al coinvolgimento di professionisti quali medici, storici dell'arte, sindacalisti, una farmacista, giornalisti, assistenti sociali, poliziotti e vigili urbani e il prosindaco in carica. Le conoscenze specifiche di queste persone, e la loro attività pratica nel tessuto civile di Mestre, venivano riversate in modo molto affettuoso e divulgativo su quel pubblico che, solitamente, era in una condizione di marginalità, di inattività forzata.
Tutto ciò portava al coinvolgimento degli anziani sia nel lavoro di segreteria e di contatto con il pubblico (altri anziani bisognosi di "visibilità"), sia mettendo a frutto i loro saperi. E' così che è nato il "Gruppo di Lavoro" femminile che ha consentito a tante signore di trasmettere i frutti delle loro esperienze domestiche. Come conseguenza della loro attività, è nato il Mercatino di Natale in cui i lavori artigianali da loro eseguiti durante l'anno vengono esposti e messi in vendita consentendo di finanziare l'attività del gruppo (e di fare ogni anno, a loro discrezione, una donazione).
In questo modo -ed è la "filosofia" dell'iniziativa- si rovesciava una situazione di passività che, di fatto, contribuiva a emarginare, quegli anziani. Invece, grazie al coinvolgimento nella B.T.L. hanno cominciato a fare qualcosa per gli altri, trasformandosi da ricettori in donatori, cioè elementi creativi e non più carte assorbenti.
A proposito delle visite alle anziane ospitate nella Casa di Riposo, vale la pena sottolineare che il ruolo della B.T.L. non era e non è soltanto quello di mandare le sue volontarie a far compagnia e dare sostegno -due volte alla settimana- ma è stato anche quello di contribuire al pagamento di parte della retta di alcune persone che, per mancanza di mezzi, erano abbandonate a se stesse.
Alla B.T.L., il punto di riferimento per tanti casi umani era la "Segreteria", ormai aperta tutti i giorni con la presenza continua di soci volontari. La città svelava in quella stanza nell'edificio dietro la Standa le sue pieghe più oscure e dolorose. Spesso, dietro la richiesta di informazioni, certe persone nascondevano problemi sia economici sia esistenziali: poterli esporre a persone pronte all'ascolto e alla condivisione, potersi confidare liberamente a persone disponibili dava conforto.
Con queste premesse, poco dopo è nato il "Centro Ascolto" affidato a persone che, confrontandosi con altre istituzioni simili e partecipando a corsi mirati, avevano arricchito la loro umanità ed erano diventate competenti in umanità disagiata. Grazie a questo dialogare con la città, la B.T.L. veniva a conoscere le nuove emergenze e ad affrontarle con risposte -cioè servizi- adeguate collaborando, quand'era possibile, con le istituzioni cittadine. Nel giro di pochi anni, il "Centro ascolto" ha incrociato ben 1040 casi, tra singoli e famiglie. La documentazione raccolta rivela uno spaccato umano e sociale che probabilmente nessuno sospettava tanto doloroso. Alcuni casi sono ancora vivi nel ricordo di chi li ha seguiti.
Come dimenticare la ragazza di 16 anni, incinta, che la famiglia voleva fare abortire o, altrimenti, allontanare da casa e che è stata presa a carico da alcune volontarie che le hanno dato ospitalità nelle loro case. S. è stata seguita nella gestazione fino al momento del parto, avvenuto all'ospedale civile di Mestre. In quel momento tanto importante, in piena estate, in una città semi vuota, due volontarie l'hanno assistita e seguita poi fino alla felice conclusione della vicenda, durata quasi due anni.
C'è stata, di seguito, la collaborazione con il primo Telesoccorso per persone sole, che ha portato alla scoperta di altre solitudini dovute sia all'indifferenza dei parenti, sia alla mancanza di figli o di altri famigliari. Le volontarie della B.T.L. intervenivano materialmente: aiutando nella pulizia personale, riassettando l'appartamento, andando a fare la spesa, accompagnando a visite mediche o a terapie in ospedale e, insomma, soccorrendo queste persone in tutte le loro necessità.
Non si può dimenticare la signora anziana, chiamiamola B., malata, abbandonata a se stessa in una casa singola in pieno centro con la compagnia di un gatto, di tanta sporcizia e di tanti topi intraprendenti che frequentavano le credenze, la biancheria, la tavola stessa... Una "task force" di tre signore e una suora ha affrontato la situazione che, per inciso, era stata rifiutata come troppo impegnativa da chi era istituzionalmente chiamato a intervenire. Con coraggio e tanta energia, per quattro giorni di seguito, le volontarie B.T.L. si sono messe a pulire la casa, a raccogliere e buttare nei cassonetti il ciarpame accumulatosi, a lavare stoviglie che non avevano più parvenza della loro destinazione, ecc. Alla fine di tutto, la signora ha ringraziato perché la sua casa era stata resa dignitosa. Un suo famigliare, invece, incontrando una volontaria che giorni dopo tornava a visitare la vecchia signora, ha "ringraziato" del servizio reso con tanta fatica lamentando l'assenza di alcune cose, quelle stesse che per esigenze di igiene e di buon gusto erano state buttate nella spazzatura!
E veniamo al Doposcuola gratuito per ragazzi che avevano qualche difficoltà negli studi e le cui famiglie non erano in grado di seguirli. Per loro, la B.T.L. ha aperto un servizio gratuito che ha potuto svilupparsi grazie alla competenza e alla dedizione di una insegnante alla quale si sono aggiunti, poi, altri docenti formando così una specie di scuola-famiglia. Le lezioni sono affidate oggi a un team di venti professori volontari che non solo sostengono il recupero delle materie scolastiche, ma donano affetto e amicizia. E' questo un servizio reso alla città, ma non a carico della pubblica amministrazione, infatti i locali sono messi a disposizione dalla parrocchia di San Lorenzo, che ha sempre guardato ai volontari -della B.T.L. e delle altre organizzazioni- come fossero dei pescatori evangelici ("Vi farò pescatori d'uomini").
Collegato al Doposcuola c'è, fra gli altri episodi, quello di un giovane che aveva abbandonato la scuola per lavorare in quanto la sua famiglia attraversava un momento di difficoltà. Superata quella contingenza, ha ripreso gli studi (nonostante fosse quasi adulto rispetto ai suoi compagni di classe) e la sua volonterosa tenacia lo ha premiato. Ma anche il ruolo dei docenti si è rivelato importante: lo hanno seguito nel suo sforzo, fino alla maturità, che ha superato in modo eccellente. L'associazione lo ha premiato con una borsa di studio costituita dalle offerte pervenute alla B.T.L. in morte di una volontaria dello stesso Doposcuola che aveva espresso questo desiderio. Il "nostro" giovane, anni dopo, ormai superate le difficoltà, sposato e con un lavoro, alla vigilia di un Natale si è presentato nella sede di via Giovanni XXIII, insieme alla moglie, e ha portato una notevole offerta per le attività dell'associazione. Più tardi ancora, ricordando l'esperienza positiva da lui vissuta, è venuto a iscrivere al Doposcuola una sua sorellina.
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