Banca del Tempo Libero

Testimonianze

Piccole storie di ordinaria accoglienza. Occasioni per creare fraternità e conoscenza con fratelli provenienti da paesi diversi dal nostro. E la conoscenza può diventare motivo di arricchimento. Succedono spesso cose del genere, alla Banca del Tempo Libero. Prova ne sia questa piccola storia, che riguarda due nuclei familiari dell'Albania.

Piccole storie di ordinaria accoglienza

Stavamo chiudendo il nostro centro di ascolto -racconta suor Giuliana- quando ci si presenta un signore, con la moglie e la figlia di 13 anni. E' albanese, rifugiato politico. A fatica lo comprendiamo. Ci chiede l'ospitalità per la notte. Solo per le sue donne, però: lui sarebbe andato a dormire in un vagone alla stazione. Ovvio che non sarebbe stata accettata una soluzione simile. E così due brandine per moglie e figlia, un divano per il padre; giusto per passare la notte. Poi si sarebbero trovate soluzioni lavorative o abitative.

Pian piano l'accoglienza si è trasformata in vicinanza e solidarietà. La bambina è stata ospitata da una delle volontarie della B.T.L., cercando cosi di offrirle il calore umano e l'accoglienza di cui ha tanto bisogno.

Intanto, il centro di ascolto e di aiuto è partito alla ricerca di un lavoro per il padre "Persona gentile -dice suor Giuliana- disponibile a fare dei lavoretti anche nella nostra sede". La sua qualifica di rifugiato gli dovrebbe assicurare un posto di lavoro, ma in giro basta sentire che questa gente ha l'accento diverso dal nostro per chiudere la porta.

Dopo un mese, finalmente il lavoro. Ora, insieme a moglie e figlia. il profugo albanese ha trovato lavoro come agricoltore a Sacile.

Successivamente si è aperta la "caccia" per un altro gruppo di albanesi, moglie e marito, con tre figli e una nonna di settanta anni a carico. Anch'essi rifugiati politici, con tutte le carte in regola. Anch'essi in cerca di una sistemazione dignitosa, provenienti da Trieste, in attesa di ricongiungersi a un loro parente rifugiato politico negli Stati Uniti. Anche qui, difficoltà a trovare un posto per chi non è come noi.

E' tutta qui l'accoglienza che Mestre sa offrire allo "straniero, perseguitato, malato", in cui si rivela il volto di Cristo?

Andrea Buoso

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